terriccio del terrario: com’è fatto e da quali strati è composto

Se hai la fortuna di possedere un piccolo terrarium, ti sarai chiesto da cosa scaturisca la magia del suo ecosistema e come sia possibile che delle piante possano crescere e prosperare in uno spazio tanto ridotto. Ebbene, il merito di questo piccolo miracolo è da attribuire al terriccio del terrario, che altro non è se non il prezioso risultato di una miscela attenta e oculata di vari strati, il cui obiettivo è per l’appunto quello di creare un ambiente fertile e lussureggiante. In questo articolo ti spiegheremo come realizzare il perfetto substrato per le tue piante da terrario, svelandoti i segreti per predisporre un terriccio fecondo e nutriente!

 

 

Come creare il terriccio del terrario: le regole da seguire

Coltivare delle piante in un terrarium significa dare vita a un vero e proprio ecosistema naturale che, in quanto tale, è soggetto al rispetto di regole ben precise. In un terrario, infatti, nulla viene lasciato al caso, in quanto la sua intera creazione è il frutto di scelte attente e oculate, a partire dal substrato di fondo. Ecco perché parlare di “terriccio” è in realtà improprio, visto che rappresenta soltanto lo strato più superficiale.

Al di sotto vi sono infatti una serie di strati ugualmente importanti se non di più, il cui obiettivo è quello di creare una base ricca di nutrienti che garantiranno la creazione e la sopravvivenza del futuro ecosistema del terrario. Ma quali sono, esattamente, questi strati? Fermo restando il fatto che la loro composizione specifica può variare a discrezione del coltivatore, in linea di massima ne sono previsti cinque, che includono:

1. uno strato di base che andrà a “sostenere” tutti gli altri e che funge da primo drenaggio;

2. un secondo strato drenante, comprensivo di uno spazio in cui lasciare defluire l’acqua;

3. uno strato barriera, che ha il compito di separare gli strati drenanti da quelli successivi;

4. uno strato di carbone attivo per purificare l’aria;

5. uno strato decorativo di sabbia.

Al di sopra di questa composizione fondamentale, viene infine posto il terriccio del terrario che, come avrai intuito, rappresenta la cosiddetta “punta dell’iceberg”. Va da sé, naturalmente, che quella che ti abbiamo appena descritto rappresenta una suddivisione molto basica e generalizzata, che può variare a seconda delle preferenze di coloro che realizzano il terrario.

 

 

la “ricetta” dei nostri terrari

I nostri terrari vantano un substrato di tutto rispetto, a partire dallo strato di base, interamente composto da sabbia di fiume. Questo prezioso materiale naturale ha infatti il merito di facilitare il drenaggio dell’acqua, prevenendo ristagni che possono provocare il marcimento delle radici. Oltre a questo, favorisce anche la loro ventilazione, migliorando al contempo la salute complessiva del substrato.

Ma la sabbia di fiume contribuisce anche a regolare la temperatura del terrario, mantenendo un microclima stabile per le piante e i microorganismi che vi abitano. Parallelamente, il suo ph neutro la rende la soluzione ideale per tutte quelle piante che non tollerano substrati troppo alcalini o acidi. Per finire, l’aspetto della sabbia di fiume soddisfa anche l’occhio, valorizzando l’estetica generale del terrario e rendendolo più accattivante alla vista.

Una volta sistemato questo strato fondamentale, pertanto, si prosegue con i 4 rimanenti, prestando tuttavia un’attenzione particolare allo strato più superficiale, ossia il terriccio. Quello presente all’interno dei nostri terrari, infatti, non è terriccio puro, bensì uno strategico mix composto da:

1. terriccio;

2. terra di brughiera;

3. torba;

4. humus di lombrico.

Quest’ultimo rappresenta uno di più potenti fertilizzanti naturali, in quanto è ricco di sostanze nutritive come l’azoto, il fosforo e il potassio. Messo in un terrario, l’humus di lombrico aiuta a migliorare la struttura del suolo, aumentandone l’aerazione e la capacità di ritenzione idrica. Grazie alla sua capacità di neutralizzare gli odori, oltretutto, questo fertilizzante è perfetto per garantire la freschezza e i profumi naturali del terrario.

Va da sé, naturalmente, che la “ricetta” che ti abbiamo svelato non dev’essere intesa come una composizione fissa e definitiva, in quanto può variare leggermente a seconda delle piante coltivate nel terrarium. In linea di massima, ad ogni modo, gli ingredienti sono sempre più o meno gli stessi, mentre a cambiare drasticamente è il risultato finale.

 

 

terrarium umido e terrarium secco: come cambia il terriccio

I nostri terrari si suddividono tra quelli umidi e quelli secchi. Mentre i primi sono ottimali per la coltivazione delle piante tropicali, come ad esempio le felci, i terrari secchi sono progettati per ospitare specie desertiche come i cactus. Come puoi intuire tu stesso, pertanto, si caratterizzano per la presenza di un terriccio molto diverso.

Per il terrarium umido, in particolare, viene utilizzato un substrato che trattiene bene l’umidità e che può essere composto da terriccio universale misto a torba, fibra di cocco, muschio di sfagno e humus di lombrico. Nel caso del terrarium secco, invece, gli strati drenanti assumono un’importanza cruciale, motivo per cui vengono utilizzate delle miscele volte soprattutto a ottenere quest’effetto.

Ad ogni modo, indipendentemente dal fatto che il terrario sia secco o umido, il substrato che lo compone è fondamentale, in quanto da esso si sviluppa l’intero ecosistema. Noi di Terrarium del Conero, in particolare, prestiamo una grande attenzione alla miscela dei nostri terricci, impegnandoci a selezionare le materie prime di migliore qualità, così da assicurare alle nostre piante un ambiente naturale dalle condizioni ottimali.

Se desideri saperne di più in merito ai nostri metodi di coltivazione, al terriccio che utilizziamo e alle piante che coltiviamo nei terrari, non ti resta che contattarci e chiederci tutto quello che vuoi sapere: saremo lieti di rispondere a ogni tua domanda, accompagnandoti nell’affascinante mondo dei terrari!